Lycium barbarum - Goji
La bacca di goji è un frutto di colore arancio misto a rosso e la sua provenienza è orientale. Si tratta, infatti, di una pianta nativa della Cina, dove gli abitanti consumano questa bacca da generazioni nella convinzione che preservi la salute e garantisca una vita lunga. Le bacche del Goji sono i frutti di due specie particolari di piante decidue che appartengono alla famiglia delle Solanacee Lycium barbarum e Lycium chinense.
E’ piuttosto comune trovarle in regioni
dal clima temperato e nelle regioni subtropicali. Oltre alla Cina, Himalaya,
Tibet e Mongolia possono vantarne una coltura diffusa. Le bacche di goji vengono tradizionalmente consumate crude o essiccate al sole (proprio come i fichi
o l’uva passa). Il più delle volte vengono aggiunti a tisane o succhi o vini. Gli studi condotti sulle bacche di goji hanno permesso di
isolare carotenoidi come il betacarotene, la luteina, il licopene, la zeaxantina, la
zeaxantina dipalmitato, polisaccaridi (presenti specialmente nella polpa di
cui compongono da soli circa il 30%), le vitamine (C ed E), acidi grassi, betaina (permettono la ritenzione idrica nelle
cellule, proteggendole dagli effetti della disidratazione, migliorando la tonicità ed elasticità della pelle). Le bacche contengono quantità ottimali di calcio, potassio, ferro, zinco
e selenio e di riboflavina. Possiedono inoltre un 14% di proteine,
un 8% di fibre ed un 20% di carboidrati. La composizione aromatica, invece, è fortemente influenzata da sostanze volatili quali:
steroidi, glicolipidi. Ma sono presenti altri composti come i
flavonoidi fenolici, le ammidi, i composti peptidi ciclici ed i sesquiterpeni
(classe di terpeni costituiti da tre unità isopreniche).
Diverse ricerche sono concordi con il fatto che consumare abitualmente le
bacche di goji possa portare a dei benefici salutari.
Infatti grazie ai potenti antiossidanti di cui sono composte, e
grazie ad altre sostanze che analizzeremo più avanti, e ad
essere onesti anche altri frutti di bosco in generale, seppur in quantità
minore aiutano l’organismo a mantenersi giovane (gli antiossidanti combattono i radicali
liberi che potrebbero danneggiare il DNA), a difendersi dalle neoplasie (il sistema immunitario diviene più
efficiente nella lotta alla formazione di cellule tumorali) e da altre malattie a carico del sistema cardiocircolatorio (abbassando i livelli di colesterolo
cattivo).
Ma scendiamo nei dettagli (anche se
ancora molti studi devono essere confermati ed ampliati). Le bacche di goji sono ricche di
contenuto in Vitamina A che è una importantissima molecola per la lotta contro l'invecchiamento e non solo. Basti pensare che una carenza di retinolo e retinoidi, può determinare una inibizione della crescita, una deformazione
delle ossa e delle preoccupanti e serie alterazioni delle strutture epiteliali
(a ragione di una fallace differenziazione degli epiteli mucosi e una mancata
cheratinizzazione degli epiteli, che porta ad un processo noto come metaplasia squamosa) con danni anche alla vista e
degli organi deputati alla riproduzione (tanto da incidere notevolmente sul
tasso di mortalità materna in gravidanza). Le bacche di goji contengono un componente chiamato zeaxantina.
La zeaxantina è una sostanza colorante
naturale che da sul giallo-arancio la possiamo annotare tra i carotenoidi
della classe delle xantofille, molecola maggiormente ossidata del carotene. In natura la zeaxantina assorbe con
estrema efficacia le radiazioni solari che potrebbero interferire con il
processo di fotosintesi, comportando dei danni alle piante del tutto simili
alle bruciatore o all’assenza di acqua. Nel nostro corpo, invece, la zeaxantina protegge le cellule della retina da quella degradazione e degenerazione
maculare tipica negli anziani che non ci vedono più bene. Gli estratti dei
polisaccardi delle bacche di goji si sono dimostrati degli ottimi “spazzini”
nei confronti di radicali liberi e anioni superossidi, che sono una delle
possibili cause di degenerazione delle cellule sane in cellule malate e una
delle cause che incidono su l'invecchiamento precoce della pelle e
dell’organismo intero (attività enzimatica delle cellule cerebrali, epatiche e
cardiache). Stando agli studi condotti fino ad ora sui ratti, l’attività antiossidante di 500
mg di estratto di polisaccaridi delle bacche di goji è maggiore rispetto alla
classica vitamina c (naturalmente
parliamo di quantitativi equivalenti e quindi sono stati testati anche 500 mg
di vitamina c).
Le bacche di goji sembrano stimolare il sistema immunitario e
mantengono alte le soglie di allarme ottimizzandone l’efficacia. Inoltre alcuni studi mettono in luce una
spiccata dote nel preservare la salute del cervello, tanto da far pensare ad un
loro impiego nella prevenzione contro l’Alzheimer. Ma non solo. Infatti esse migliorano la
circolazione sanguigna, proteggono il fegato e coadiuvano efficacemente la
fertilità. Inoltre ad un loro consumo regolare viene puntualmente imputata una
riduzione del rischio di ammalarsi di cancro e di malattie a carico del sistema
cardiaco. Spesso gli atleti ne fanno uso per migliorare il proprio metabolismo, la qualità del sonno, l’umore in
generale e naturalmente le prestazioni fisiche. Studi effettuati sui topi, ma questa volta anche su delle
cellule umane in vitro, hanno portato alla luce un aumento dell’attività dei linfociti T
citotossici e delle citochine TNF (conosciute anche come fattore di
necrosi tumorale, coinvolte in numerosi processi cellulari come la apoptosi –
morte programmata della cellula – la proliferazione, il differenziamento ed
anche la cancerogenesi e la replicazione virale). Degli estratti acquosi sembrano inibire la proliferazione e
l’accrescimento del tumore, inducendo anche una autodistruzione indotta alle
cellule epatiche degenerate.
Attività Sul Sistema
Nervoso Centrale, stando a tutta un’altra serie di
esperimenti, le bacche di goji paiono aumentare l’attività elettrica spontanea
nella regione dell’ippocampo con contestuale diminuzione del rischio di
ischemie. Inoltre nei ratti la neuro-tossicità del peptide beta amiloide sembra affliggere meno
il cervello.
Il peptide beta amiloide è il maggior costituente delle placche amiloidi (o
senili), coinvolte in quel processo degenerativo che conduce all’Alzheimer.
Altri Effetti Ipotizzati: un estratto preparato con la corteccia
della radice sembra possedere azione antifungina da Candida albicans e
antimicrobica da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina.
A dire il vero non ci sono dati a sufficienza per poter
tracciare con assoluta precisione una curva dose effetto e dose tossicità. Diciamo comunque che 15 grammi di bacche al giorno dovrebbero garantire in un uomo adulto un aumento di
zeaxantina nel sangue e di conseguenza dovrebbero apportare tutti i benefici
trattati precedentemente.
Anche se abbiamo detto tutto il bene possibile delle bacche di goji,
dobbiamo anche rivelare che ci sono tutta una serie di possibili interazioni
con eventuali trattamenti farmacologici in un soggetto. Ad esempio coloro che assumono warfarina (un farmaco
anticoagulante cumarinico) dovrebbero evitare il consumo di goji. Le bacche
inoltre sembrano interferire con i farmaci regolatori della pressione sanguigna
e del diabete. Soggetti che assumono farmaci regolatori della
pressione non dovrebbero consumare a cuor leggero le bacche. Esse tendono
a far calare la pressione sanguigna potendo causare anche ipotensione a causa
di un suo sinergismo con eventuali farmaci ipertensivi. Soggetti che assumono anticoagulanti per ridurre
eventuali ostruzioni nei vasi sanguigni potrebbero andare in contro ad un
maggiore rischio di sanguinamento emorragico. Soggetti che assumono bacche in quantità eccessiva possono
andare in contro a diarrea e crampi addominali di diversa entità. Infatti le
bacche di goji, come tanti frutti secchi, vengono usate da tempo come rimedio
naturale contro la costipazione. Inoltre devono stare attenti
i soggetti allergici al polline una loro assunzione potrebbe portare a
crisi respiratorie, nausea, orticaria e capogiri.
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